MARCO GROSSO

Marco Scataglini

Sono un fotografo e uno scrittore di saggi sulla fotografia (e non solo). La mia formazione è avvenuta sul campo, collaborando per oltre 15 anni con le più importanti riviste di viaggi e turismo, pubblicando migliaia di fotografie, reportage (circa 200) e testi. Oggi mi occupo di fotografia creativa, alternativa e irregolare, sia analogica che digitale, e sono un ricercatore di “cose interessanti” da raccontare, soprattutto nel campo della fotografia, dei luoghi, della natura e dei paesaggi, anche grazie alle tecniche dello Storytelling.Sono orgogliosamente un “autore indie”, pur avendo collaborato con diversi editori, e realizzo pubblicazioni digitali, creo progetti che prevedono l’interazione tra fotografia, video, testi e Internet, e tengo conferenze sulle mie esplorazioni, sia quelle culturali, sia quelle fisiche, concrete, nei luoghi che amo esplorare, principalmente nell’Etruria meridionale (tra Lazio, Toscana e Umbria) dove risiedo.

Etruria ai sali d’argento

Il tema vero del progetto è il tempo, o per meglio dire il passato, che può essere remoto o relativamente recente. Ma affinché la Macchina del Tempo fotografica funzioni, occorre che il tempo possa depositarsi e accumularsi in qualcosa di tangibile: per questo sono ricorso alla fotografia analogica, quella su pellicola. Il grano d’argento, a differenza del pixel, assorbe la luce e modifica se stesso, definitivamente.

Per sottolineare ulteriormente l’aspetto temporale, ho scelto inoltre di utilizzare solo fotocamere “vintage”, che abbiano almeno 20-30 anni di “vita”, ma spesso molto di più, come quelle in bachelite degli anni ‘40 o ’50.

Ma la tecnica prediletta, quella che costituisce il cuore di questo mio lavoro, è la fotografia stenopeica, in cui l’immagine è creata sul supporto sensibile non grazie a un obiettivo a lenti, ma dalla luce che passa attraverso un piccolo foro, stenos opaios in greco, da cui il nome.

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