ROBERTO POLILLO

Roberto Polillo

Nato a Milano nel 1946, Roberto Polillo si è fatto inizialmente conoscere per le sue fotografie di musicisti di jazz: negli anni 60 ha fotografato oltre un centinaio di concerti, realizzando una galleria molto completa dei più noti musicisti dell’epoca. Queste foto sono state pubblicate su molte riviste, libri, copertine di dischi e presentate in numerose mostre personali. Una sua mostra permanente sul jazz è visitabile nei locali della Siena Jazz University, nella Fortezza Medicea di Siena.

Dagli anni 70, Roberto si è dedicato all’informatica, come imprenditore e professore universitario. Appassionato viaggiatore, ha ripreso a occuparsi attivamente di fotografia dal 2003, con una vasta ricerca personale nell’ambito della fotografia di viaggio, con tecniche digitali.

E questo ha fatto viaggiando, per quasi 15 anni, in oltre 25 Paesi, dal Medio all’Estremo Oriente, dal Sud al Nord America e, naturalmente, in Europa.

The images shown here are a selection from Roberto’s travels to Cuba, between 2014 and 2018.

Roberto Polillo gira il mondo e ne fotografa alcuni aspetti. Quelli che più lo colpiscono. Ma non come la maggior parte dei fotografi viaggiatori: non vuole documentare gli aspetti caratteristici – diversi o semplicemente curiosi – dei luoghi che visita, come le foto che si trovano nelle riviste di viaggi. Cerca, invece, di catturare e rappresentare lo “spirito dei luoghi”, la loro atmosfera, ciò che sta dietro a ciò che si vede. Ne ricerca l’anima, e tenta di trasmetterla con le sue immagini. Esplora la diversità del nostro pianeta, con lo spirito del collezionista. È affascinato da quei luoghi che possiedono quella speciale “magia” che il viaggiatore percepisce immediatamente quando li visita. Quei luoghi che comunicano sensazioni che non si dimenticano anche dopo molti anni, quei luoghi unici in cui desideriamo ritornare.

The traditional techniques used in travel photography cannot communicate these sensations. This is why Roberto’s images are always blurred. Details are hidden to bring back those atmospheres that we feel on instinct. When the image works, it shows aspects of the reality that the “still” eye cannot perceive: the movement of the camera allows to capture relationships among forms, colors, and elements of the scene that only the movement can highlight. Roberto’s aim is to explore aspects of the reality that otherwise would remain hidden.

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