Nei Primi del ‘900
Nei primi del ‘900 la grande rivoluzione comincia con i futuristi Balla, Boccioni e il cubismo di Picasso, che distruggono definitivamente la visione prospettica. Contemporaneamente, i Fratelli Bragaglia sperimentano la possibilità di rivelare fotograficamente il movimento umano in un singolo scatto. Questa è la prima volta che ci si allontana dal concetto di fissare i movimenti per rivelarne invece la traiettoria ed è anche il primo esperimento di spazio-tempo in cui il tempo gioca il ruolo di scopritore di verità non immaginabili dall’occhio umano. “Noi vogliamo realizzare una rivoluzione,per un progresso nella fotografia: e questo per purificarla, nobilitarla ed elevarla veramente ad arte (…) io affermo che con i mezzi della meccanica fotografica si possa fare l’arte solo se si supera la pedestre riproduzione fotografica del vero immobile o fermato nell’atteggiamento di istantanea, così che il risultato fotografico, riuscendo ad acquistare, per altri mezzi e ricerche, anche le espressioni e le vibrazioni della vita viva e distogliendosi dalla propria oscena e brutale realisticità statica, venga ad essere non più la solita fotografia, ma una cosa molto più elevata …” sono queste le parole dei Bragaglia. Lo stesso Anton Giulio fa notare che la vibrazione e l’essenza riportate in superficie dalla fotografia foto-dinamica provocano nel fruitore un forte coinvolgimento emotivo: la fotodinamica non è quindi riproduzione, ma creazione.
E ancora dal testo di Anton Giulio Bragaglia : “…Non basta infatti che una fotografia sia mossa, perché divenga una Fotodinamica; né è sufficiente che appena in essa albeggino fioche immagini ripetute, perché appaia movimentata. In tal modo mi spiego, anche per noi, nella fotodinamica; esiste la prova mossa quale prova mancata, poiché quando una fotografia è tanto flou e piatta da non porgere la sensazione del tempo nella età delle immagini che vennero distrutte dal moto o vennero mosse troppo poco, allora la prova è fotografia mossa, cioè mal riuscita, e ben lontana dalla dinamica che, invece, anche nella sintesi di traiettoria, deve possedere sempre profonda e alquanto percettibile l’anatomia del gesto per la sensazione dinamica avuta in scopo. Prova mossa dunque non è uguale a prova movimentata perché nella prima esiste un breve spostamento o una completa distruzione dei corpi e nella seconda solo una dematerializzazione di questi, con traccia di movimento: traccia tanto più viva, quanto più recente. Là, dunque, ove la fotografia appare tanto mossa, e tanto poco movimentata da non esservi più nulla nella lastra, è che la fotodinamica incomincia, avendo quale scopo il ricordo della sensazione dinamica di un movimento e la sua sagoma scientificamente fedele, anche nella dematerializzazione…“. La Fotodinamica, tende quindi a distruggere i corpi in movimento, per coglierne il divenire nel tempo e nello spazio come pura traiettoria. I Bragaglia furono fortemente osteggiati dai pittori futuristi, Boccioni in particolare, che vedevano nel Fotodinamismo una forte concorrenza alle loro opere e il loro sperimentalismo non ebbe, e non ha oggi, il riconoscimento dovutogli.