Concetto
La necessità di esprimersi non convenzionalmente con la fotografia arriva a esplorare quelle dimensioni che sono state sempre nei desideri dei fotografi costretti a esprimersi su una sola superficie a due dimensioni, mentre, la rappresentazione del movimento, ha trovato una espressione nel Fotodinamismo e nelle foto con il mosso controllato.
Le attuali rappresentazione fotografiche, esprimono soltanto la sostanza oggettiva del soggetto e qualche volta utilizzando lo spostamento del mezzo di ripresa, soltanto su piani spaziali singoli, danno una dinamicità ambientale. Il Fotodinamismo ha origine per rappresentare il movimento del soggetto facendo evidenziare la traiettoria nella sua smaterializzazione e rimaterializzazione.
Nelle varie rivisitazioni si è arrivati a muovere anche il mezzo fotografico su uno o due degli assi di un piano spaziale, mantenendo il concetto di energia e movimento, rappresentando comunque tutte le informazioni solo in una vista piana del soggetto. La ricerca della trasposizione totale del soggetto immerso nella dimensione spazio-tempo è trovata e ottenuta in una rappresentazione ideologica che definisco: “©FOTOTEMPISMO”.
Questo concetto oltre alla rappresentazione non convenzionale dell’energia sprigionata dal soggetto e dell’ambiente in cui è immerso, evidenziandola come espressione di luce e vibrazioni, vuole soprattutto dare una rappresentazione della tridimensionalità e dello spazio-Tempo. Questo studio nato in seno alle ricerche condotte da tempo, protese a soddisfare il desiderio di viaggiare nello spazio e nel tempo, mi ha portato a penetrare e fondere queste dimensioni spazio-tempo con immersioni nell’ambiente sia microscopico che macroscopico.
La dimensione spaziale si fonde a quella temporale nella creatività mentale dell’autore predeterminando il risultato finale, introducendo il percorso del tempo dall’infinitesimo minimo a eterno, trasportandoci con la dimensionalità spaziale dall’interno dell’essenza del soggetto a spazi siderali dell’infinito. Per ottenere il messaggio che l’autore vuole trasmettere, usa il mezzo fotografico come testimone e registratore dell’evento evidenziando sia l’energia emessa dal soggetto che quella che lo circonda, sia la collocazione spaziale che l’evidenza del tempo trascorso.
Le tracce evidenti dello smaterializzarsi della materia e energia, portano a rimaterializzarla in un’altra dimensione sia spaziale che temporale, facendo immergere il fruitore in questa spirale siderale ma con un’anima, in funzione di come l’autore dosi le componenti che danno la sostanza del ©FOTOTEMPISMO.
In questo contesto l’autore entra a far parte della scena manifestando anche lo sprigionarsi della sua energia, imprimendo all’opera una unicità irripetibile e rendendo così unico il suo messaggio. Nella formazione della foto/messaggio tutto è in movimento, tutto è attivo; lo spazio, il tempo, il movimento dei soggetti e dell’autore che trascina con se il mezzo fotografico indirizzandolo dove il suo pensiero và. La mente di ripresa rigidamente ancorata al mezzo “fotocamera” si sposta sapientemente per catturare il soggetto nelle sue forme spaziali per poi poter anche raggiungere altri soggetti, percorrendo ancora spazio e tempo.
È così che nel mezzo fotografico si registrano in un solo scatto fotografico non solo i soggetti, ma la storia temporale e spaziale che stanno vivendo i soggetti stessi come visti dall’artista.
La relatività dello spazio-tempo è così registrata ed è palpabile la spazialità e la velocità di spostamento dell’autore-mezzo-fotografico.
–Enzo Trifolelli