Il Contagio delle Statue
Da “il Risveglio delle Statue” vol.II
La ribellione delle statue nello spazio e nel tempo fotografico.
Il silenzio è incombente, tutto è immobile.
Poi d’improvviso un ”Gesto”.
Un gesto che non tutti vedono, non si vuole vedere!? Ecco uno strumento che dolcemente libra il suo suono, è uno strumento isolato, discreto, ma deciso.
Lo sento solo io? Mi è vicino, anzi, siamo un tutt’uno.
Ha percepito il Gesto, e la sua musica suona di sprone.
Le vibrazioni sottili, delicate ma incisive, penetrano ogni spazio e ogni corpo, animato o inerte.
Vengono pervasi.
Pochi vibrano e risuonano.
Alcuni si sgretolano e si dissolvono alla luce del Gesto annunciato dalla melodia dello strumento.
Il nuovo flauto di Divje Babe, Amico, stimola l’altro strumento, e poi ancora l’altro… Ora vibrano i sensi e i cuori, vicini e remoti; a battere sono i cuori di pietra: Venere, Apollo, Zeus, Minerva, Niobe, Discobolo, Eros, Ercole… Quello accanto a te ha un altro ritmo, quello stanco di chi non sa cambiarlo.
Intorno al flauto altri strumenti si accordano.
Una sinfonia prende corpo.
E le statue? Quelle già animate qualche lustro fa, ora comunicano con sguardi d’intesa, invitano le altre a muoversi.
Capiscono il “Gesto” e ti invitano a muoverti con loro.
Il brusio avvolge il loro cortile, esce nelle strade, ritorna negli Horti, invade la loro Roma Imperiale.
I custodi dormono di un sonno accademico, mentre le porte si aprono.
La presenza fluida di chi si è animato avvolge i marmi in altri atri.
Sembra una magia, le statue così avviluppate si vivificano, e soltanto quelle senza una storia, senza un’anima, restano immobili.
Altri maestri arricchiscono l’orchestra, la melodia diventa più completa e la storia rivive con il FoTotempismo.
Altri maestri suoneranno, e più bello sarà quando il maestro più lontano suonerà.
-Enzo Trifolelli